CHE COSA E’ LA PRESSIONE ALTA? – Con il termine “pressione alta” si tende ad indicare quell’aumento a carattere stabile della pressione arteriosa nella circolazione sistemica. In altre parole il sangue viene pompato con troppa veemenza all’interno dei vasi e dei capillari sanguigni, spingendo con troppa forza contro le pareti delle arterie.
Un’altra locuzione molto usata per descrivere questa condizione è “Ipertensione Arteriosa“.
Ma l’epiteto di “killer silenzioso” è sicuramente quello che fa più effetto. Gli è stato affibbiato perchè un soggetto può soffrire per tanti anni di pressione alta e non scoprirlo fino al momento in cui è troppo tardi.
Anomalie a carico della circolazione sanguigna, infatti, possono portare a problemi di salute molto gravi come l’insufficienza cardiaca, ictus, insufficienza renale, e molti altri problemi a carico di organi che potrebbero sembrare scollegati al problema della pressione sanguigna.
Stando a dei dati della comunità scientifica, un adulto su tre soffre di pressione alta. Il più delle volte senza saperlo, visto e considerando l’assenza di sintomi.
Ecco perché è importante fare prevenzione e misurare con regolarità la propria pressione sanguigna.
Anche quando si sta bene. Soprattutto quando si sta bene.
In questo modo è possibile registrare quei valori oltre i quali o sotto i quali capite che c’è qualcosina che non va come dovrebbe.
PRESSIONE NORMALE – Visto che ho appena fatto cenno alla prevenzione, tagliamo immediatamente la testa al toro ed impariamo come si misura la pressione sanguigna.
Essa è misurata in termini di un massimo ed un minimo.
La pressione massima coincide con la pressione sistolica.
La pressione minima, invece, combacia con la pressione diastolica.
Sistolico. Termine utilizzato per descrivere la pressione sanguigna quando il cuore batte per pompare il sangue.
Diastolico. Termine utilizzato per riferirsi alla pressione sanguigna durante la fase in cui il cuore si rilassa tra le due contrazioni muscolari cardiache.
Il più delle volte il carattere numerico della pressione sistolica viene espresso prima “della minima”.
Oppure potreste trovare il valore espresso sotto forma di frazione: 120/80 mmHg.
mmHg. E’ una unità di misura chiamata millimetri di mercurio. Viene usata per misurare la pressione sanguigna.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che la pressione è:
Sistolica (mmHg) – Massima | Diastolica (mmHg) – Minima | |
---|---|---|
Pressione ottimale | <120 | <80 |
Pressione normale | <130 | <85 |
Pressione normale alta | 130-139 | 85-89 |
Ipertensione lieve | 140-159 | 90-99 |
Ipertensione moderata | 160-179 | 100-109 |
Ipertensione grave | >180 | >110 |
Ipertensione sistolica isolata | >140 | <90 |
E’ doveroso anche associare ai valori summenzionati dei fattori di rischio. E’ cioè occorre valutare se il soggetto sia sano o presenti delle patologie più o meno severe.
Importante. I valori numerici registrati nella tabella sono validi per la maggior parte dei soggetti adulti: età uguale o superiore ai 18 anni (che non siano affetti da gravi malattie a breve termine).
E’ bene tenere a mente che la pressione sanguigna non è un parametro fisso.
Massimo e minimo possono variare a seconda dello sforzo fisico, degli stati d’animo, etc.
Solitamente la pressione è più bassa quando si prende sonno ed aumenta non appena ci si alza.
Per questo è necessario misurarla più volte nell’arco dello stesso giorno.
Se i valori eccedono quelli normali, quasi tutte le volte che provate a prenderne la misura, allora la salute potrebbe essere a rischio. Consultate un bravo medico.
Tanto più i valori di pressione si discostano dai parametri normali, tanto più si è rischio.
Inoltre chi soffre di diabete o insufficienza renale (o altre malattie gravi), viene considerato iperteso già a pressioni maggiori o uguali a 130/80 mmHG.
E’ richiesta della flessibilità nel valutare questi parametri anche nel caso di bambini, adolescenti ed anziani.
La pressione sanguigna tende ad aumentare con l’età. Per un soggetto anziano la pressione sistolica (quindi massima) di 140/150 mmHg è da considerarsi normale.
Pre-ipertensione. E’ un termine usato per delineare un quadro clinico che probabilmente porterà il soggetto a soffrire di IPERTENSIONE, se non verranno presi degli accorgimenti adatti.
Non c’è da preoccuparsi molto.
Da questo punto di vista la medicina moderna ha fatto dei grossi passi in avanti.
E’ possibile riportare la pressione sanguigna a valori normali grazie ad una serie di cambiamenti al proprio stile di vita e (nei casi più urgenti) grazie all’uso di particolari farmaci.
In tutti i casi la pressione può essere tenuta sotto controllo.
Nota: Nel caso in cui, dopo aver provato a misurare la pressione, il massimo ed il minimo dovessero appartenere a due gruppi diversi, il gruppo di appartenenza sarà quello della categoria più pericolosa.
Provo a spiegarmi meglio.
Se un soggetto dovesse aver registrato un massimo di 160 ed un minimo di 90, allora verrà trattato da iperteso grave.
Se la massima è di 120 e la minima di 95, il soggetto verrà considerato in iperteso lieve (anche se la pressione massima fosse ottimale).
COME SI MISURA LA PRESSIONE – Tutti possono tenere nota della pressione sanguigna direttamente all’interno delle proprie case.
Basta possedere uno strumento chiamato sfigmomanometro.
Il meccanismo di funzionamento cambia di volta in volta a seconda del modello utilizzato.
Esistono di sfigmomanometri tradizionali, a pompetta e stetoscopio, e di elettrici, che danno direttamente il risultato su un display.
Senza esitazione vi rivelo che i primi sono nettamente più affidabili rispetto ai secondi.
Il funzionamento può sembrare astruso, ma non lo è affatto.
Per prima cosa si avvolge un manicotto (nel quale è solitamente attaccata una estremità dello stetoscopio utile a sentire le pulsazioni della arteria brachiale) attorno ad un braccio, precisamente all’altezza del cuore, prima della piega del braccio. Più questo manicotto è ad altezza cuore, meglio è per la precisione del risultato, che potrebbe essere parzialmente alterato dalla pressione idrostatica, che si viene a creare se il manicotto si trova ad una altezza diversa del cuore.
Il passo successivo è quello di pompare dell’aria all’interno del manicotto.
Una pressione sicuramente maggiore “della massima arteriosa” verrà applicata al braccio.
Si deve continuare a pompare fino a quando non si sentono più rumori attraverso lo stetoscopio.
E’ necessario aumentare di poco alla volta la pressione fino a non sentire più nessuna pulsazione.
Dopo si può allentare la valvola, che si trova all’estremità della pompetta, e la pressione sul braccio andrà diminuendo poco alla volta.
Guardando costantemente il manometro (nel quale sono riportati i valori della pressione) e prestando massima attenzione allo stetoscopio, il medico o chi per lui è in grado di rivelare la pressione massima e la minima.
La massima coincide con il primo schiocco che si sente, dopo aver allentato la valvola sulla pompetta.
Lo schiocco inizia quindi ad assumere il ritmo del battito cardiaco.
Quando il rumore scompare, si è rilevata la pressione minima alla quale il sangue riesce a fluire all’interno dell’arteria brachiale.
La misurazione è totalmente indolore.
Si sente della pressione applicata sul braccio, ma non è nulla di insopportabile.
Se non si possiede uno sfigmomanometro, ci si può recare dal proprio medico curante (che sicuramente ne possiede uno) o in clinica.
PREPARARSI ALLA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE – Come per altri test, ci sono delle regole da seguire per evitare che la misurazione possa essere falsata.
Ecco cosa bisogna fare prima di misurare la pressione:
- NON bere caffè 30 minuti prima del test (il caffè potrebbe innalzare la pressione sanguigna);
- NON fumare nei 30 minuti che vengono prima del test (le sigarette potrebbero innalzare la pressione sanguigna);
- VAI in bagno, prima di eseguire il test (una vescica piena può modificare la pressione e complicarne la lettura);
- RIPOSA per 5 minuti su una sedia, prima del test (alcuni movimenti potrebbero far innalzare la pressione sanguigna);
- LONTANO DAI PASTI (la digestione potrebbe influenzare l’andamento della pressione sanguigna);
LA PRESSIONE ALTA NEI BAMBINI ED ADOLESCENTI – La pressione dei bambini dovrebbe essere tenuta sotto controllo già a partire dai 3 anni di età.
Le modalità con le quali viene misurata sono le stesse.
Però, poichè il nostro corpo altro non è che una macchina in balia delle leggi fisiche che governano il mondo, la pressione sanguigna varierà mano a mano che il corpo cresce in dimensioni.
I neonati, ad esempio, hanno una pressione sanguigna molto bassa.
Pressione che crescerà nel tempo, raggiungendo valori simili a quelli di un adulto nell’adolescenza.
Per scoprire se un adolescente o un bambino siano ipertesi, il medico dovrà comparare la loro pressione alla media dei soggetti aventi la stessa età, la stessa altezza e lo stesso sesso.
SCOPRIRSI IPERTESO – Nel caso in cui il vostro medico curante dovesse leggere valori di pressione arteriosa fuori dal normale, sicuramente vi chiederebbe di fare degli accertamenti a riguardo.
Poi comincerebbe un trattamento farmacologico, durante il quale la pressione viene sempre tenuta sotto controllo per valutare l’efficacia della terapia.
Una volta trovata la terapia adatta bisogna mantenerla fino a quando i valori non oscilleranno nuovamente fuori dal range della normalità.
Prima si scopre di essere ipertesi, prima si prendono dei provvedimenti e meglio è!
DUE IPERTENSIONI DIVERSE? – Come abbiamo ribadito più volte in questo articolo, la pressione alta è una condizione patologica chiamata anche ipertensione.
Quando le cause dell’ipertensione non sono conosciute o si ritiene che non ci siano delle cause scatenanti, allora viene usato il termine di ipertensione primaria o idiopatica. La terapia sarà solo sintomatica.
Se invece si accertano delle cause scatenanti, allora l’ipertensione viene chiamata secondaria. Curando la causa, si induce anche la normalizzazione della pressione alta.
Tanto più i valori di massimo e minimo sono lontani dalla normalità, più la salute del soggetto è a rischio.
LE CAUSE – Quando si tratta di ipertensione le statistiche sono impietose.
Se prendiamo come riferimento l’America, il paese dei sogni e dei miracoli, ben 72 milioni di americani soffrono di ipertensione primaria.
In questo caso le cause non sono ben definite. Eppure è saltato all’occhio dei ricercatori che questo genere di ipertensione si manifesta a chiazze in gruppi di persone o società dove l’uso del sale è eccessivo: 5.8/6.1 grammi al giorno.
Il consumo smodato di sale è di per sè molto pericoloso e può anche diventare estremamente decisivo se associato a particolari situazioni: età non più giovane, obesità, predisposizione genetica, insufficienza renale, etc.
L’istituto nazionale di medicina americano raccomanda, ai soggetti sani di età compresa tra i 19 ed i 50 anni, di consumare solo 3,8 grammi di sale al giorno e di preferire l’uso di spezie (come il peperoncino) per insaporire i piatti.
Inoltre il consumo regolare di frutta e verdura (la verdura in particolare) è molto importante per restituire al corpo i sali minerali e le altre sostanze perse attraverso il sudore, la respirazione e tutte le altre normali attività della vita.
Oltre al sale i fattori genetici si sono dimostrati determinanti nello sviluppo dell’ipertensione. Purtroppo ad oggi i geni che caratterizzano la “pressione alta” non sono ancora stati identificati all’interno del patrimonio genetico umano.
La ricerca attuale in questo settore si concentra sui fattori genetici che influenzano il sistema “renina-angiotensina-aldosterone”. Questo sistema consente di regolare la pressione sanguigna controllando l’equilibrio di sale, il tono (lo stato di elasticità) delle arterie e il volume plasmatico circolante (volemia).
Circa il 30% di tutti i casi di ipertensione primaria è da attribuire a cause genetiche.
Questo lo si è dedotto da una semplice statistica, che registra una presenza maggiore della pressione alta all’interno della comunità afro-americana rispetto alle comunità orientali o caucasiche.
Perchè il concetto sia chiaro, soggetti, che hanno avuto in passato uno o entrambi i genitori affetti da ipertensione, manifestano un rischio due volte maggiore di soffrire in futuro di pressione alta.
Ma se dovessi trovare una anomalia quasi sempre presente nei pazienti affetti da ipertensione primaria, direi che tutti presentano delle particolarità a livello delle arterie e dei vasi sanguigni.
Si è riscontrato in primis un aumento della resistenza al passaggio del sangue nei vasi più piccoli e più distanti dal cuore (arterie periferiche o arteriole troppo rigide rispetto a quella che dovrebbe essere la loro tipica elasticità).
Purtroppo non è noto cosa renda queste arteriole più rigide.
Si sa solo che soggetti predisposti geneticamente, obesi o che non fanno regolare esercizio fisico o che abusano del sale, etc, presentano tutti delle arteriole più rigide del normale.
Ipertensione secondaria cause. Dopo aver analizzato le cause della pressione alta primaria, proviamo a prendere in esame quelle che scatenano il manifestarsi dell’ipertensione secondaria.
In questo caso la pressione degenera a causa di un disordine a monte.
Potrebbe esserci un qualche problema cardiaco o a carico del rene o dell’aorta o delle ghiandole surrenali, problemi legati alla tiroide, apnee notturne, etc…
Ma anche dei medicinali possono indurre la pressione ad aumentare. Un esempio su tutti sono i corticosteroidi.
In alcune donne, inoltre, la pressione può salire a causa della pillola contraccettiva.
Per questo è importante controllare regolarmente i valori della pressione e, qualora si sapesse di averli normalmente abbastanza alti, allora sarebbe necessario consultare il medico prima di decidere se e come prendere le pillole contraccettive.
Ma anche una terapia ormonale può influenzare la pressione arteriosa.
Chi sta assumendo degli ormoni per ridurre i sintomi della menopausa potrebbe vedere i valori della pressione sistolica leggermente più alti del solito.
Fatelo presente al vostro dottore. Lui o Lei troveranno il modo per calmierare la pressione a livelli normali.
CHI E’ PIU’ A RISCHIO – L’ipertensione è talmente diffusa che un adulto su 3 ne è affetto. I maggiori fattori di rischio sono l’età, l’etnia alla quale si appartiene, il sesso, il peso, lo stile di vita, etc…
Vediamo di affrontare qualcuno di questi fattori di rischio in maniera più approfondita.
L’età. Con l’età la pressione sanguigna tende ad aumentare. I soggetti maschi di età superiore ai 45 anni e le donne di età superiore ai 55 anni presentano un rischio maggiore di ipertensione rispetto a individui più giovani.
Pensate che più della metà degli americani sopra i 60 anni sono ipertesi.
Poi c’è il dettaglio della ISH, ipertensione sistolica isolata, che colpisce due adulti su tre.
In ogni caso quanto detto non deve far pensare che ammalarsi di pressione alta sia una cosa naturale.
Tanto può essere fatto sia in termini di cure che prevenzione.
Ne parleremo dopo.
Etnia. Sebbene l’ipertensione possa colpire chiunque, è anche vero che alcune razze presentano una maggiore predisposizione. Su tutti gli afroamericani sviluppano prima l’ipertensione; spesso sono colpiti da forme severe della malattia; hanno maggiori difficoltà a tenere sotto controllo la pressione con tutte le conseguenze letali che ciò comporta.
Obesità. Chi è in sovrappeso rischia più degli altri. Più ci si allontana da quello che dovrebbe essere il proprio peso ideale tanto più la pressione potrebbe schizzare verso l’alto da un momento all’altro. In caso di problemi di peso vi posso suggerire la lettura di questo articolo sul dimagrimento.
Quanto detto vale sia per gli adulti che per i bambini e gli adolescenti.
I KG in eccesso devono essere smaltiti quanto prima.
Sesso. Le donne di età compresa tra i 18 ed i 59 anni sembrano essere più facilmente colpite dall’ipertensione rispetto ai soggetti maschi della stessa età.
Comunque dopo i 60 anni, il genere sessuale pare non essere un fattore di rischio. Uomini e donne vengono colpiti in egual misura.
Stile di vita. Lo stile di vita è importantissimo. Gli errori più comuni sono:
- abusare dell’alcol;
- fumare;
- mangiare troppo sale;
- non ingerire potassio a sufficienza attraverso l’alimentazione;
- non fare del regolare esercizio fisico;
- stress;
SINTOMI ED EFFETTI – Il più delle volte la pressione alta non si manifesta. Raramente si possono accusare dei mal di testa, ma niente. Quasi sempre non ci sono sintomi. Eppure l’organismo comincia piano piano a corrodersi e a danneggiarsi. Ecco perchè ho ribadito più volte che la pressione va misurata PROPRIO QUANDO SI STA BENE.
Purtroppo si impara tutto questo solo quando è troppo tardi.
Infatti tutte le volte che la pressione si mantiene al livelli troppo alti accade che:
- il cuore tende ad allargarsi e a diventare più debole. Situazione molto pericolosa che può portare a scompensi cardiaci;
- all’interno dei vasi sanguigni possono formarsi degli aneurismi, rigonfiamenti anormali sulle pareti delle arterie. Essi si manifestano come delle dilatazioni pulsanti del vaso. L’aorta addominale è quella più colpita nel 75% dei casi;
- i vasi sanguigni dei reni tendono a restringersi, con conseguente insufficienza renale;
- i vasi possono restringersi in un posto qualsiasi del corpo: cuore, cervello, gambe, etcc. A seconda dei casi si potrebbe andare in contro ad un infarto, un ictus o all’amputazione della gamba;
- i vasi che affluiscono agli occhi potrebbero disgregarsi e sanguinare, con conseguente abbassamento o perdita della vista;
COME VIENE CURATA L’IPERTENSIONE – La pressione alta viene curata in due modi: attraverso un cambiamento dello stile di vita; grazie ai farmaci.
L’obbiettivo sarà quello di mantenere sotto controllo la pressione: sotto i 140/90 mmHg.
Per i soggetti affetti da diabete o malattie croniche ai reni, l’obbiettivo sarà quello di mantenere la pressione sotto i valori di 130/80 mmHg.
Per farlo il paziente deve immediatamente modificare le proprie abitudini di vita.
Questo vuol dire seguire una dieta salutare, ricca di verdure e povera di carni e grassi; fare del regolare esercizio fisico; tenere sotto controllo il peso; smettere istantaneamente di fumare; scansare le occasioni di stress ed imparare a gestirlo.
Più abitudini sbagliate si cambiano e meglio sarà per la propria pressione.
Mi sembra logico che molto difficilmente una mattina ci si potrebbe alzare e smettere di fumare, mangiare cibi spazzatura e scoprirsi amanti dell’attività fisica.
“Un passo alla volta” – bisogna porsi un piccolo cambiamento alla volta. Poi si passerà agli altri.
La prescrizione più comune è la DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension).
Si tratta di un piano alimentare improntato al consumo di frutta, verdura, grano integrale ed altri cibi poveri di grassi, colesterolo e sale (mai aggiungere più di un cucchiaino di sale ai propri pasti).
Quasi sicuramente verrà suggerita anche della attività fisica.
L’importante è non eccedere con lo zelo e parlare ampiamente del programma di allenamento con il dottore. Lo scopo sarà quello di far scendere l’indice di massa corporea sotto i 25 (l’indice di massa corporea è il rapporto tra il peso e l’altezza espressa in metri).
E poi ci sono i farmaci.
Oggi giorno ne esistono di quasi “sicuri”. Per quasi sicuri intendo dire che gli effetti collaterali diventano sempre più leggeri e meno preoccupanti.
E’ importante trovare la dose giusta.
Questo potrebbe richiedere del tempo e soprattutto necessita un dialogo continuo tra paziente e medico.
Ma come agiscono questi farmaci?
Essi tentano di far calare la pressione intervenendo principalmente su due fattori:
- alcuni di essi rimuovono i fluidi in eccesso ed il sale intrappolati dal corpo;
- altri rallentano il battito cardiaco o ampliano i vasi sanguigni;
Spesso più farmaci che lavorano in sinergia raggiungono meglio e più facilmente il risultato.
Una delle strategie più comuni è quella di affiancare dei diuretici ad un farmaco beta bloccante o a degli inibitori ACE.
I diuretici si assumono il compito di eliminare la ritenzione idrica.
Eliminando l’acqua in eccesso, la pressione sanguigna scenderà.
I beta bloccanti, invece, sono dei farmaci che rallentano il battito cardiaco.
Come conseguenza il cuore pomperà una quantità di sangue inferiore (per unità di tempo) all’interno dei vasi sanguigni. Ciò abbasserà la pressione arteriosa.
Un effetto simile sulla pressione lo si ottiene con gli inibitori dell’ACE, che minimizzano la produzione dell’ormone angiotensina 2, proteina che stimola la vasocostrizione aumentando la pressione arteriosa.
In alternativa possono essere usati i bloccanti del recettore dell’angiotensina II, che impediscono alla proteina di collocarsi all’interno del suo sito d’azione, sterilizzandone l’effetto. Come risultato i vasi sanguigni si rilasseranno, la loro dimensione aumenterà e la pressione cala.
Altri medicinali molto utilizzati sono i calcio-antagonisti, che impediscono al calcio di entrare all’interno delle cellule muscolari cardiache e dei vasi sanguigni.
Poi vi sono gli alfa bloccanti e gli alfa-beta bloccanti, che sequestrano gli impulsi nervosi che tendono a contrarre la muscolatura del sistema cardio circolatorio.
I beta bloccanti, inoltre, rallentano il battito cardiaco.
Un’ultima tipologia di farmaco usata per tenere sotto controllo la pressione del sangue è quella dei vasodilatatori che rilassano la muscolatura delle arterie, agendo di conseguenza sull’abbassamento pressorio del sangue.