In Italia ogni hanno vengono eseguiti tantissimi parti cesari.
Il numero è talmente spropositato da far pensare ad un abuso di tale pratica, che comunque mette a rischio la salute della donna e ne compromette le future gravidanze: emorragie, infezioni, etc.
Una alternativa al cesareo sembra essere l’Odon Device.
E’ stato presentato a Roma in occasione dell’ultimo congresso mondiale di neonatologia.
E’ già stato approvato dalla OMS: Organizzazione mondiale della sanità.
L’Odon device è uno strumento a costo relativamente basso, ma tanto efficace. E’ capace di assistere il feto qualora dovessero verificarsi delle complicazioni al secondo stadio del travaglio.
Il dispositivo è un sacchetto con doppia intercapedine collegato ad un diffusore, attraverso il quale l’ostetrico riesce ad avvolgere il feto e lo fa scivolare piano piano verso il mondo.
L’Odon device è realizzato con un film in polietilene: un materiale potenzialmente sicuro e facile da gestire.
E’ in uso in un ospedale di Buenos Aires , Argentina, ed anche in alcune regioni rurali del Sud Africa.
In queste zone, spesso prive di qualsiasi struttura medica, si è utilizzato l’odon device tutte le volte che il feto era troppo grande o quando le contrazioni uterine della madre avevano poca efficacia o quando la madre aveva esaurito le forze per spingere il bimbo fuori.
I neonatologi hanno stimato che attraverso questa innovazione sarà possibile ridurre del 5% circa i parti chirurgici.
Ciao Viola =) la tua rubrica è fatta davvero benissimo e tu sei un abile scrittrice.. complimenti.. ti aggiungo sul mio blog ai siti che seguo.. =) un bacio