La balbuzie è un problema che affligge molti italiani, grandi e piccoli.
Attorno ad essa aleggia un’aria di sofferenza, ma anche di grande cultura. Oserei dire: quasi di sogno.
Infatti sono moltissimi i personaggi storici afflitti da balbuzie.
Il grande oratore greco Demostene è forse il nome più altisonante.
Ma anche volti del grande e piccolo schermo hanno sofferto in passato di balbuzie. Ed ora hanno un parlare fluido e ricco di termini. Il voler eliminare a tutti i costi la balbuzie sembra essere un moltiplicatore di saggezza e loquacità.
Oggi giorno la balbuzie non è più un problema ostico da affrontare.
La scienza medica ha fatto passi da gigante in tale ambito ed esistono moderne tecniche di ortofonia.
COME RICONOSCERLA – Direi che è facile. La balbuzie è un disordine del ritmo della parola. Un soggetto affetto sa benissimo cosa vorrebbe dire, ma non vi riesce a causa di blocchi, ripetizioni e prolungamenti del suono del tutto involontari.
“Non sapete quanto sia frustrante sentirsi completare la parola dalla persona con la quale stai parlando” – è la testimonianza di un vecchio balbuziente, conosciuto in un parco vicino casa. Gli ho fatto presente che tengo una rubrica online sulla “salute ed il benessere” e lui ha cominciato a raccontarmi la sua storia.
Mi ha raccontato di un periodo difficile della sua vita. Di giornate intrise di angoscia, paura e soprattutto rabbia. E continuando – “ … ma adesso è tutto diverso. Lo avresti mai detto che un dì lontano io sia stato un balbuziente? Oggi sono Io, mi sento come un innocente libero dopo anni di prigionia. Ci sono giorni in cui mi beo di come il parlare sia fluido e LIBERO. Non trovo altra parola più adatta a descrivere tutto questo“.
La balbuzie è un processo MENDELIANO frutto di fattori organici predisposti. Purtroppo non si è ancora scoperto come venga trasmessa da un soggetto genitore ad uno figlio.
Come dicevo, per certo di base vi è una predisposizione genetica. In tutti i casi possono intervenire anche dei fattori esterni come i condizionamenti famigliari, quelli lavorativi e legati ad altre relazioni interpersonali, traumi in generale.
Le alterazioni più frequenti del parlato sono: prolungamenti, attacchi forzati sulle vocali, produzione forzata delle consonanti, tic della postura articolare, uso di ripetitivi.
Il fluire della parola viene disturbato da: ripetizioni involontarie; prolungazioni di suoni, sillabe, parole o intere frasi; pause e silenzi o blocchi durante i quali il soggetto balbuziente non è in grado di produrre nessun suono.
La ripetizione è quando una sillaba o una parola o una frase vengono ripetute. E’ molto comune nei bambini. Es: “ma-ma-ma-mamma“.
La prolungazione consiste nella continuazione di un suono. E’ molto frequente nei bambini che iniziano a balbettare. Es: “mmmmmmmmamma”
I blocchi sono una cessazione improvvisa di suono ed aria. Molte volte la lingua si immobilizza. Stessa cosa per le labbra. Solitamente i blocchi compaiono più tardi delle ripetizioni e delle prolungazioni. Insorgono come meccanismi auto-acquisiti atti a mascherare “la ripetizione”.
DIVERSI GRADI DI BALBUZIE – Il termine balbuziente può celare diversi gradi di afflizione. Il soggetto potrebbe presentare appena appena degli ostacoli nella parola o balbettare di tanto in tanto o potrebbe essere severamente allignato in questa palude linguistica o, per ultimo, potrebbe essere colpito da problemi tali da rendergli praticamente impossibile la comunicazione verbale.
ESSERE UN BALBUZIENTE – La balbuzie non è solo un problema legato al modo di esprimersi, ma va a colpire tutta quella sfera di relazioni sociali che possono gettare il balbuziente in uno stato emotivo difficile da soffocare. Dietro un suono interrotto e nascoste dietro una parola ripetuta o un particolare vezzo della postura spesso ci sono: la paura, una di quelle con la “p” maiuscola, nel pronunciare vocali o consonanti; il timore di essere colto dalla balbuzie in pubblico; l’ansia; lo stress; la vergogna; la sensazione di perdere il controllo da un momento all’altro; l’auto-isolazione.
Il balbuziente deve lottare anche contro il pregiudizio sociale che associa la balbuzie ad una carenza di intelligenza. Direi che è tutto il contrario!
LE CAUSE – La balbuzie non è un problema fisico.
Chi ne è affetto non ha difficoltà a replicare il suono corretto di una vocale o di una sillaba o di una parola. Il balbuziente è sempre cosciente di ciò che vuole dire. Non inciampa in nessuna difficoltà mentre trasforma i pensieri in parole.
Clinicamente parlando, egli è del tutto normale. Il suo stato di salute non è affetto da una qualche patologia. Ansia, depressione, nervosismo, stress e una scarsa autostima, non causano la balbuzie.
Semmai è il contrario.
E cioè a seguito della balbuzie un soggetto può cadere nei meandri del malumore.
E’ la balbuzie a trascinare, chi ne è afflitto, verso una vita di disabilità stigmatizzata.
Il disordine è variabile. Può colpire maggiormente in particolari situazioni, piuttosto che in altre.
Molto dipende dal livello di ansia correlato all’attività che si sta per svolgere.
Ad esempio ci sono persone alle quali il telefono carica addosso una angoscia indicibile.
Per quanto possa sembrare strano ai nostri giorni, c’è ancora chi non riesce a sopportare di rispondere ad un telefono che non riveli l’interlocutore presente all’altro capo.
Come dicevamo in precedenza, l’esatta eziologia della balbuzie non si conosce.
Essa è un disordine che insorge con maggiori probabilità nella prima infanzia di un soggetto e che continua a persistere nell’età più adulta almeno nel 20% dei casi.
In media essa matura attorno ai 30 mesi di vita di un bimbo.
I primi episodi di balbuzie sono quasi sempre costituiti da ripetizioni di sillabe o parole.
Questo dato sembrerebbe legare maggiormente la balbuzie ad una causa genetica.
Ed infatti solo raramente un adulto può cominciare a balbettare. In quei pochi casi in cui ciò avviene, quasi sicuramente la causa è neurologica (trauma cranico, ictus, tumore, uso di droghe, ferite alla spina dorsale, etc) o psicologica (trauma dovuto ad una perdita, ad una relazione finita malamente, etc).
GUARIRE LA BALBUZIE – Non sono disponibili CURE, ma soltanto dei trattamenti. Trattamenti e terapie che possono portare la balbuzie ad un punto tale che difficilmente un orecchio non allenato riuscirebbe a distinguere tra un soggetto sano ed uno che un tempo era un balbuziente cronico.
A seguito vi elenco alcuni dei trattamenti più usuali, sebbene le tecniche possano essere proprie di uno specialista. Diciamo che il tipo di “correzione” che intendono raggiungere è simile, ma il “come farlo” dipende da colui al quale ci si affida.
Fluency Shaping Therapy. Una delle tecniche più utilizzate è proprio la “fluency shaping therapy”. Insegna ai balbuzienti a parlare fluentemente, controllando la propria respirazione, la fonazione e le articolazioni (mascella, labbra e lingua).
Il principio sul quale si basa è quello di allungare le vocali e le consonanti, così da ridurre la velocità di battuta delle parole, e di espirare un flusso continuo di aria, agendo sul diaframma (ad esempio).
Il risultato è un parlare molto lento e monotonico, ma sorprendentemente fluente.
Non è raro poter prendere parte a gruppi d’attività intensiva che possono durare due, al massimo tre, settimane.
Stuttering Modification Therapy. Con questa tecnica si mira non ad eliminare la balbuzie, ma a modificarla. Il principio cardine di questa procedura è quello che, rimuovendo alla base l’ansia e la paura che si attanagliano in una parola, si dovrebbe anche balbettare meno.
Charles Van Riper è forse il nome più altisonante fra quelli associati alla terapia della modifica della balbuzie.
Electronic Fluency Device. Non appena vi descriverò questa tecnica, correranno davanti ai vostri occhi le immagini del film “il discorso del re“.
In questo caso, per trattare la balbuzie, si tende a modificare la voce del soggetto in modo tale che il proprio orecchio e quindi il proprio inconscio non la riconoscano.
Purtroppo, per quanto questa tecnica sia affascinante, non sempre riesce ad ottenere dei miglioramenti. I casi studiati diciamo che attestano un 50% di successo.
Farmaci Anti-Balbuzie. Poteva la scienza farmacologica non aiutarci contro la balbuzie?
Ecco quindi la sua scesa in campo con le benzodiazepine, gli anti-convulsivanti, gli anti-depressivi, i farmaci antipsicotici, i farmaci antipertensivi e quelli antagonisti della dopamina.
La cruda verità, però, è quella che questi medicinali possono solo agevolare gli altri trattamenti. Ma lo fanno a fronte di effetti collaterali importanti come l’acquisto di peso e l’innalzamento della pressione sanguigna.
Ad essere sincere c’è una sola droga i cui effetti sono stati chiaramente collegati ad un miglioramento della balbuzie. Il suo nome è pagoclone (un ansiolitico, agonista del GABA).
Ma anche questo farmaco presenta degli effetti collaterali: mal di testa, senso di fatica.
come posso smetere di balbetare